Babygirl, recensione del film con Nicole Kidman: un thriller erotico che sorprende

La recensione di Babygirl tutto a che fare con il sesso tranne il sesso quello Invece a che fare con il potere lo diceva Oscar Wilde per poi essere ripreso anche da Frank Underwood The House of Cards E beh prestate attenzione perché Baby Girl conferma e allo stesso tempo sconfessa questa affermazione e lo fa con una maestria che non ci saremmo mai aspettati negli ultimi anni Nicole Kidman come attrice e produttrice sembra scegliere con attenzione i progetti a cui aderire pellicole magari non sempre riuscite ma che comunque presentano interno dei personaggi che fino a poco tempo fa avremmo ritenuto ovviamente a torto poco convenzionali nel prediligere questi ruoli la Kidman ha quindi abituato la platea a figure femminili sfaccettate e spesso in contrasto con loro stesse o col mondo che le circonda e questo è il vero comune denominatore della sua carriera non ci ha stupito quindi il suo personaggio nel film dell'olandese Alina Rain presentato in concorso all'una mostra del cinema di Venezia un thriller erotico anche se questa definizione gli va più piuttosto stretta che punta a sovvertire i Cliché di genere ingannando dunque lo spettatore con una confezione piuttosto classica Ma che contiene molto di più di quello che a un primo sguardo sembra promettere Romy è l'amministratrice Nicole Kidman contro gli stereotipi delegata di una grande azienda che si occupa di tecnologia ha una famiglia amorevole e piuttosto convenzionale composta da un marito interpretato da Antonio Banderas e due figlie quando però in ufficio arriva Samuel un enigmatico stagista interpretato da Harris Dickinson le cose cambiano nella donna infatti sembrano emergere con prepotenza pulsioni e desideri repressi che contribuiranno a creare un'attrazione quasi istantanea con il suo sottoposto e dunque quella che si instaurerà tra di loro è una relazione principalmente sessuale e nella quale i confini di potere diventano labili e mutevoli Romy Inoltre non riesce a non desiderare quel rapporto così libero e fuori da ogni consuetudine Anche se questo potrebbe magari mettere a repentaglio tutto ciò che ha costruito per anni in questa visione quindi chi è che detiene Lo scettro del potere Beh non sarà così semplice capirlo A dire il Farsi gioco dei thriller anni ’90 vero Baby Girl all'inizio è quasi respingente la facciata da thriller Infatti altro non è che uno specchietto per le allodole una traccia su cui costruire dell'altro la scelta del genere però non è ovviamente casuale il lungometraggio sembra infatti voler fare il verso a quei film attesi e muscolari che tanto amavamo negli anni 80 e 90 Ma che ci proponevano delle figure pure quasi sempre maschili ben definite e riconoscibili che poi con gli anni sono diventate marchio di fabbrica di queste produzioni E l'opera di Alina Rain riprende proprio quell'immaginario ma lo sovverte completamente invertendo Dunque le parti e rimescolando i ruoli con una scrittura precisa quasi chirurgica alza poi la posta in gioco parlando di rapporti umani di convenzioni sociali di ambizione di scontro generazionale ma soprattutto di consenso più volte Infatti viene ribadito che la relazione tra Romy e Samuel per quanto Verte sul consenso ossia su un accordo chiaro tra le due parti elemento questo fondamentale scelto come punto cardine della storia oltre che di una qualsiasi tipo di relazione perché infatti anche cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia ciò che fa veramente la differenza sono le intenzioni la possibilità di dire basta e la presenza Dunque di una consapevolezza Un film sul sesso? Forse no condivisa non aspettatevi quindi una pellicola che fa della sensualità il suo carattere distintivo perché infatti qui l'erotismo è un semplice gancio per spingere lo spettatore a riflettere su altro lo stile di Regia la fotografia e la colonna sonora concorrono poi a Rendere l'idea del thriller Fiorita nel secolo scorso per poi inscenare un sesso carnale riflesso nella mente della protagonista che Vira spesso nel grottesco sviando forse un po' troppo in alcuni momenti l'attenzione dai temi principali e suscitando un' ilarità certo voluta Ma comunque a volte fuorviante ma non possiamo Tuttavia considerare questo come un peccato capitale perché Baby Girl È infatti un film talmente spiazzante stratificato che siamo sicuri resterà tra i migliori di Venezia 81 e anche tra i migliori dell'anno Voi invece che cosa ne pensate attendete Baby Girl con Nicole Kidman fatecelo sapere nei commenti

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